>> venerdì Settembre 11, 2015

IN CANADA PROMETTENTI RISULTATI PER L'HUNTINGTON, CON MODELLI DI LABORATORIO

Un team di ricercatori dell’Università di Alberta, Canada, ha pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences i risultati di una ricerca che potrebbe offrire interessanti sviluppi per la Malattia di Huntingon. La ricerca è stata finanziata dall’Huntington Society of Canada.

University of AlbertaIl team, coordinato dalla dott. ssa Simonetta Sipione, ha utilizzato una molecola, il ganglioside o GM1, che è giá stata studiata per altre patologie, come ad esempio il Parkinson.

I risultati con i modelli di laboratorio sono incoraggianti anche per l’Huntington; l’impiego della molecola sembra ritardare e a volte arrestare la progressione della malattia.

I ricercatori stanno valutando a breve il passaggio ad altri studi sperimentali sull’Huntington in collaborazione con il dipartimento di Neurologia dell’università.

Abbiamo chiesto un commento sulla notizia alla dott.ssa Marta Valenza, che ha lavorato per diversi anni a fianco della dott. ssa Sipione, presso il laboratorio diretto dalla prof. Elena Cattaneo (Università degli Studi di Milano), dove hanno sviluppato insieme ricerche sul ruolo del colesterolo nel cervello per la Malattia di Huntington.

Questo il parere della dott. ssa Valenza, in anteprima per noi, dopo avere letto attentamente l’articolo pubblicato:  “il lavoro secondo me è interessante e il recupero che hanno nei modelli animali è sorprendente. Conosco bene Simonetta Sipione e più volte ho parlato con lei di questi risultati e credo
siano solidi. Il ganglioside (GM1) è una molecola che normalmente si trova nel cervello ed è parte integrante delle membrane delle cellule nervose. Il trattamento potrebbe aiutare i neuroni a svolgere meglio alcune loro funzioni, tra cui anche trasmettere meglio il segnale tra di loro. Il meccanismo d’azione non è del tutto chiaro però. Attualmente lo si sta testando anche nel Parkinson (è in corso un trial clinico in fase II nei pazienti) e questo potrà essere utile per capire in tempi brevi la sua tossicità e se davvero può dare beneficio ai malati Parkinson e creare le basi per un trial anche per l’Huntington”.

Una notizia promettente, che seguiremo come sempre con attenzione e scrupolosità, per aggiornarvi su ogni novità significativa.

La redazione www.aichmilano.it


Per approfondire

Aricolo Proceedings of the National Academy of Sciences

Commento HDbuzz (in Inglese)

Comunicato Bloomberg (in inglese)

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