Si terrà sabato 29 maggio l’ultimo appuntamento di un percorso dedicato ai famigliari Huntington, nel corso del quale i partecipanti hanno avuto la possibilità di sperimentarsi con i materiali artistici e scoprire una diversa modalità di raccontare e raccontarsi. L’incontro e la convivenza con l’Huntington, oltre a cambiamenti nei ruoli e nelle relazioni famigliari con ripercussioni spesso inevitabili anche sulla sfera professionale, si accompagnano non solo a un lavoro di cura del proprio caro ma anche ad un vissuto interno nel quale si affollano ansia, sofferenza, tristezza, sentimenti di inadeguatezza, sensi di colpa e crisi stress, irritabilità, isolamento.
Abbiamo chiesto alla Dott.ssa Elena Pappalettera di portarci dentro quella che è stata la sua esperienza.
“La proposta dell’Associazione era quella di studiare e offrire ai familiari un tempo in cui riscoprire il piacere di “stare con se stessi” in un luogo protetto, non giudicante e accogliente, in cui prendersi cura dei propri stati emotivi attraverso la realizzazione di “opere d’arte”, dando loro la possibilità di condividere esperienze e sentiti, partendo dalle proprie immagini interiori. Con la psicologa che si occupa anche dei gruppi di auto mutuo aiuto, abbiamo così progettato una serie di incontri nel corso dei quali la persona, interagendo proprio con i materiali artistici, potesse dare forma e colore ai propri vissuti e ampliare la gamma dei propri comportamenti esplorativi ed espressivi.
L’Arteterapia si definisce come intervento di aiuto e di sostegno a mediazione non verbale, la cui caratteristica principale sono l’offerta di materiali artistici in sintonia con le potenzialità degli utenti e il processo creativo che ne consegue, con lo scopo di invogliare la persona a ricontattare le risorse personali che in alcuni casi non pensa di possedere. La creatività è infatti un’attitudine, un atteggiamento e una disposizione d’animo che possiamo scegliere di mettere in moto. Per chiunque è possibile coltivare ed esercitare la propria creatività, scoprendo che potrebbe essere anche molto piacevole!
L’atto del creare offre la possibilità di trasformare la nostra visione attuando un cambio di prospettiva. In arteterapia, come in un processo alchemico, materiali artistici e contenuti interiori si trasformano per dar vita a una nuova visione interiore ed esteriore.
La collaborazione con l’Associazione è iniziata nel giugno 2018 con un incontro dal tema “La poesia nascosta” e quello che si concluderà sabato 29 maggio è il secondo ciclo che abbiamo sviluppato nonostante la pandemia. Ci siamo infatti riorganizzati con laboratori on line. E’ stato un lavoro di squadra che ha portato ad ottimi risultati nonostante la mancanza del contatto fisico che in atelier ha aiutato molto nei momenti di impasse con alcuni materiali artistici o in momenti in cui l’emotività prendeva il sopravvento. Si è cercato di dare alcuni consigli preliminari su come organizzarsi nell’ambiente domestico e su quale tipo di materiale avere a disposizione; ed è stato sorprendente come tutti i partecipanti siano riusciti a trovare strategie funzionali al laboratorio.
I familiari coinvolti sono stati mogli/compagne, compagni, sorelle, ma soprattutto figli dei malati di Huntington. In tutte queste figure risiedono emozioni e stati d’animo spesso tenuti nascosti o sotterrati, come la paura di non farcela o la tristezza per un mondo che cambia ogni giorno, spesso taciuta agli altri per non crollare, spesso taciuta a sé come se fosse possibile non pensarci. E così sono emersi: la paura e la rassegnazione dei figli che scoprono di essere portatori della malattia e aspettano i primi sintomi prendendosi cura dei propri genitori; la difficoltà di relazione con i propri fratelli e sorelle per differenti esiti davanti al test genetico, un profondo senso di solitudine o anche la rinuncia spesso inconsapevole e frutto di quanto si sta vivendo, ad una spensieratezza visibile nei propri amici o coetanei.
Ogni partecipante ha potuto raccontarsi attraverso la propria creazione e stupirsi di quanto fosse emerso durante il processo creativo o di come lo stesso avesse talvolta sconvolto l’idea iniziale di ciò che si voleva creare. Il gruppo ha saputo generare, anche grazie alla presenza della psicologa, un contenitore emotivo – lo spazio dell’atelier – che ha portato a coesione e vicendevole supporto emotivo e nonostante fosse composto da persone con ruoli differenti e rapporti differenti con il familiare malato, si sono create dinamiche relazionali positive.”
Vi aspettiamo sabato 29 maggio, dalle 14.30 alle 16.30. E’ necessario confermare la propria presenza entro giovedì 27 maggio. Per informazioni e iscrizioni: psicologa@huntington-onlus.it – 389 9215913.