Marica Stefani, consigliera del Direttivo di AICH Milano Onlus e referente giovani, è diventata traduttrice di HDYO, associazione dei giovani che si occupa di Huntington.
Siamo molto fieri di lei, per AICH è molto importante avere una forza rinnovatrice interna che ci aiuti a raggiungere anche i ragazzi e le ragazze che sono coinvolti nella Malattia di Huntington.
Ecco la sua intervista!
30 Agosto 2015
Unitevi a noi mentre ci incontriamo con Marica, una dei traduttori di HDYO. Marica ha in pratica tradotto da sola tutto HDYO in italiano e siamo davvero orgogliosi di averla nella nostra squadra!
Nome: Marica Stefani
Età: 24 anni
Incarico presso HDYO: Traduttrice per l’italiano
Se potessi avere un drink da bere durante questa intervista, quale desidereresti?
Un Mojito.
Cosa fai di preciso come volontaria di HDYO?
Aiuto a tradurre il sito di HDYO in italiano.
Che cosa ti è piaciuto fare di più questa estate? Perché?
Andare in piscina, in montagna o al mare. Perché son tutte attività che rinfrescano dalla calura.
Chi o cosa ti ha maggiormente influenzato nella tua vita?
Lo sport, la mia fidanzata, i miei amici e la famiglia.
Come ti descriveresti?
Sono una persona gentile, cordiale e amichevole.
Quando non ci stai aiutando a tradurre HDYO in italiano, cosa ti piace fare?
Mi piace giocare a calcio, fare volontariato in un centro per persone con disabilità o fare delle passeggiate con la mia fidanzata.
Cosa porteresti con te su un’isola deserta?
Un frutto, da mangiare per sostentamento; poi una radio per sentire la musica e un pallone per far passare il tempo.
Cosa ti ha portato a interessarti a HDYO e come hai iniziato a collaborare?
Ho iniziato scrivendo sul forum di HDYO e poi Matt mi ha contattato per chiedermi se potessi aiutarlo con alcune traduzioni.
Quale è il tuo cibo preferito e quale è quello che mangi più spesso a casa?
Il mio cibo preferito sono gli spaghetti alla carbonara, mentre il cibo ricorrente a casa sono gli spaghetti al sugo.
Dove sei cresciuta? Raccontaci qualcosa di interessante su questo posto…
Sono cresciuta vicino a Milano, in Italia. Le cose che più amo sono: il Duomo, il Castello Sforzesco, il cibo e la mia squadra di basket preferita, l’Olimpia Milano. L’anno scorso ha anche vinto il campionato italiano.
Quale è il tuo legame con la Malattia di Huntington e come ti ha cambiata?
Mia madre e mia nonna hanno entrambe avuto l’Huntington. Mia nonna morì prima che nascessi. Mia madre iniziò a peggiorare come stato di salute quando io avevo 9 anni e non ho ricordi suoi di quando lei non aveva ancora i sintomi. Lei scomparve alcuni anni dopo. Io scoprii di essere positiva al test circa 4 anni fa, quando ne avevo 21. La mia vita comunque non ha subito particolari cambiamenti: faccio le stesse cose che facevo prima, anche perché ripongo fiducia nella ricerca e penso che non abbia molto senso iniziare a preoccuparsi ancor prima che i sintomi si manifestino.
Quale è il tuo film preferito di sempre?
“Coach Carter”, un film di basket e crescita personale.
C’è qualche passione in particolare che vorresti condividere con noi?
Amo molto giocare a calcio e a basket, leggere e ascoltare musica.
Quale è il tuo messaggio per quei giovani che sono toccati dalla Malattia di Huntington?
Consiglierei loro di non mollare e continuare a credere nella ricerca e in loro stessi.
Potete leggere l’intervista originale in lingua inglese a cura di Erlend Ravna, reporter del Team Notizie di HDYO, cliccando qui