Sono passati più di 4 mesi da quanto nell’agosto scorso ha preso il via la Fase 3 della sperimentazione clinica GENERATION-HD1.
Anche l’Italia, con 6 centri clinici, è parte dei paesi che sperimentano questo farmaco per la malattia di Huntington. Uno dei centri coinvolti è l’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, dove il giorno 16 settembre 2019 è stata effettuata la prima iniezione.
Proprio qui abbiamo incontrato la Dr. Ssa Caterina Mariotti, neurologa e responsabile della sperimentazione, per porle alcune domande e il Dr. Lorenzo Nanetti, neurologo collaboratore.
D: QUANTI PAZIENTI SONO STATI ARRUOLATI NEL VOSTRO CENTRO? QUANTI SONO IN TUTTO IN ITALIA?
Presso il nostro Centro sono stati arruolati 11 pazienti e in tutta Italia sono circa 50.
D: CI PUÒ SPIEGARE MEGLIO IN COSA CONSISTE QUESTA SPERIMENTAZIONE?
R: Lo studio GENERATION-HD1 è uno studio, sponsorizzato dalla casa farmaceutica Roche, per valutare l’efficacia e la sicurezza di un farmaco sperimentale (RG6042) rispetto alla progressione della malattia di Huntington. Questa molecola agisce bloccando l’espressione del gene Huntington e, quindi, la produzione di proteina tossica.
Siamo alla Fase 3 e lo scopo è valutare l’efficacia di RG6042 su un grande numero di soggetti. I pazienti arruolati non prenderanno tutti il farmaco: alcuni infatti sono assegnati in maniera casuale (randomizzato) al gruppo che riceverà un composto senza attività farmacologica (placebo). Né gli sperimentatori né i soggetti in trattamento sono a conoscenza del tipo di trattamento in corso (doppio cieco).
D: QUANTO DURA LA SPERIMENTAZIONE?
R: I soggetti arruolati vengono trattati per 2 anni. La durata complessiva dello studio, dalla visita di screening del primo paziente all’ultima visita dell’ultimo paziente, è stata stimata dallo sponsor (Roche) in circa 3-4 anni. Attualmente sono stati già arruolati tutti i 660 pazienti previsti per questa fase dello studio che recentemente è stato ampliato per trattare un massimo di 801 soggetti entro febbraio 2020.
D: COME FUNZIONA L’ARRUOLAMENTO? CON QUALI CRITERI VENGONO SCELTI I PAZIENTI?
R: I principali criteri riguardano età, la gravità della malattia di Huntington e la presenza o meno di altre patologie di rilievo (come ad esempio neoplasie, infezione da HIV o epatite C).
I soggetti devono già presentare sintomi motori di malattia, ma devono ancora essere discretamente autosufficienti nella vita quotidiana. E’ previsto anche un valore soglia di un indice basato sul numero di triplette (CAG) del test genetico e sull’età del soggetto (detto CAP score). E’ obbligatorio che il paziente abbia una figura di riferimento (caregiver) che partecipi con lui/lei alle attività della vita quotidiana e che sia presente alle valutazioni cliniche per tutta la durata dello studio. I pazienti, inoltre, devono essere in grado di sopportare l’esecuzione di una risonanza magnetica dell’encefalo.
Se il soggetto rispetta tutti i criteri di inclusione può entrare nello studio.
Ricordiamo che, per questa fase, non sono includibili soggetti con test genetico positivo che non abbiano ancora sviluppato sintomi motori di malattia.
D: SPESSO, COME ASSOCIAZIONE, CI SENTIAMO DIRE “E CHI NON ENTRA NELLA SPERIMENTAZIONE COSA FA?”
R: Purtroppo non tutti i soggetti con la malattia presentano le caratteristiche necessarie per entrare nello studio e anche alcuni pazienti che potenzialmente avrebbero le caratteristiche per partecipare non sono stati inclusi per la ristrettezza del numero previsto.
Va ricordato ma soprattutto precisato che i soggetti che partecipano “non sono dei privilegiati” che possono accedere ad una cura prima degli altri.
Infatti circa un terzo dei soggetti non riceverà alcun farmaco (gruppo placebo) pur venendo sottoposti a tutte le procedure previste dal protocollo, inclusa la rachicentesi, la puntura lombare che ha lo scopo diagnostico di prelevare un campione di liquido cefalorachidiano. Trattandosi di una sperimentazione non sappiamo quali effetti avrà il trattamento, né quali effetti collaterali possiamo aspettarci da una somministrazione di 2 anni. I soggetti arruolati sono i pionieri che coraggiosamente si sottopongono a un esperimento che vede coinvolti tutti noi in uno sforzo collettivo che unisce i pazienti, le loro famiglie e i ricercatori.
D: PER PARTECIPARE ALLA SPERIMENTAZIONE BISOGNA ESSERE SEGUITI DA UN CENTRO SPECIALIZZATO? UN PAZIENTE DI ROMA PUÒ AD ESEMPIO ESSERE ARRUOLATO EVENTUALMENTE A MILANO?
R: Per partecipare alla sperimentazione non bisogna necessariamente essere seguiti da un centro specializzato. E’ però auspicabile che il soggetto abbia effettuato almeno una valutazione recente presso uno dei Centri che partecipano alla sperimentazione (link con news sui centri inclusi) in modo che gli sperimentatori possano valutare la presenza dei criteri di inclusione. Sebbene non ci siano limiti geografici e di distanza imposti dal protocollo, ci sono delle ristrettezze che suggeriscono una preferenza per persone con residenza non troppo distante dal centro clinico. Infatti è sconsigliato prendere l’aereo nelle 72 ore successive ad ogni infusione. Inoltre, per motivi di sicurezza e di sorveglianza medica, è sempre una buona cosa durante una sperimentazione, avere la possibilità di raggiungere lo staff medico nel minore tempo possibile.
D: QUALI SONO LE MODALITÀ PER ACCEDERE AL TRIAL?
R: I pazienti possono candidarsi a partecipare al trial, ma tutti, per essere inclusi, devono avere le stesse caratteristiche necessarie per entrare nello studio, ovvero saranno selezionati in base ai criteri di inclusione ed esclusione definiti dal protocollo. Una volta raggiunto il numero massimo di partecipanti previsti dallo studio, non è più possibile essere inclusi.
D: PUÒ SPIEGARCI COME VIENE USATO IL PLACEBO? QUALI SONO I GRUPPI SPERIMENTALI PREVISTI NELLO STUDIO?
R: I gruppi di trattamento previsti dal protocollo sono tre, con un numero uguale di soggetti nei gruppi. Ad un gruppo di soggetti verrà somministrato il composto attivo tutte le visite, il secondo gruppo di soggetti riceverà in maniera alternata composto attivo o placebo, mentre al terzo gruppo di soggetti verrà somministrato solo placebo durante tutte le procedure.
La differenza tra i gruppi di trattamento è determinata unicamente da ciò che viene somministrato, e non dalla cadenza o dalle procedure delle visite. Sia il composto attivo che il placebo hanno lo stesso aspetto, vengono trattati e somministrati nello stesso modo, rendendo quindi impossibile anche per gli sperimentatori differenziarli. In questo modo si garantisce una maggiore solidità del risultato.
D: OGNI QUANTO VIENE SOMMINISTRATO IL FARMACO SPERIMENTALE, E COME?
R: Il farmaco (intendendo in questo caso sia il prodotto attivo che il placebo) verrà somministrato ogni 2 mesi, per un totale di 13 somministrazioni nell’arco di due anni. Fanno eccezione le prime due somministrazioni che sono distanziate da un mese anziché due. La somministrazione avviene mediante puntura lombare. Questa procedura prevede l’instillazione del farmaco direttamente nel liquido che è a contatto con il sistema nervoso utilizzando un piccolo ago che passa tra le vertebre lombari, previa anestesia locale.
D: LA SPERIMENTAZIONE PREVEDE LA SOSPENSIONE DEL TRATTAMENTO CON I FARMACI CONVENZIONALI?
R: La sperimentazione prevede che la terapia assunta per il controllo dei sintomi dell’Huntington debba rimanere invariata nelle 12 settimane che precedono la visita di screening e nel periodo tra questa visita e la prima somministrazione del farmaco. Durante il periodo della sperimentazione è prevista la possibilità di modificare la terapia sintomatica, se necessario. Ci sono però alcune classi di farmaci che non sono ammesse durante tutta la sperimentazione, tra cui farmaci antiaggreganti, anticoagulanti, antiretrovirali e tutte le sostanze d’abuso. L’assunzione di questi farmaci rappresenta anche un criterio di esclusione per la partecipazione.
D: COSA CI SI ASPETTA DA QUESTA SPERIMENTAZIONE?
R: L’obiettivo primario della sperimentazione è valutare se, alla fine del periodo di trattamento, il composto attivo sia stato in grado di modificare la progressione di malattia rispetto al placebo. Per questo motivo i pazienti verranno valutati ad ogni visita dello studio con una serie di scale cliniche volte a catturare ogni aspetto della malattia, non solo quello motorio.
Accanto alle scale cliniche verranno effettuate delle misurazioni mediante smartphone e smartwatch, risonanza magnetica e prelievi ematici, alla ricerca di potenziali indici di risposta alla terapia.
D: NEL MOMENTO IN CUI VENISSE DIMOSTRATA L’EFFICACIA DEL FARMACO, TUTTI POTRANNO ACCEDERVI? QUALI GLI ASPETTI REGOLAMENTATORI?
R: Non possiamo ancora esprimerci con certezza in merito alle future modalità di dispensazione del farmaco e ai tempi di immissione in commercio, in quanto questi aspetti dipendono strettamente dai risultati dello studio. Se si dovesse dimostrare l’efficacia del farmaco lo sponsor sottometterà la richiesta di immissione in commercio alle autorità europea ed italiana del farmaco (EMA ed AIFA). In base al responso delle autorità competenti verrà definita la platea di soggetti a cui sarà somministrabile. Verosimilmente si tratterà di soggetti con malattia manifesta.
D: QUANDO DOBBIAMO ASPETTARCI I PROSSIMI AGGIORNAMENTI?
R: Sono previsti degli aggiornamenti periodici da parte di Roche, almeno a cadenza annuale, circa il completamento dell’arruolamento, sullo stato di avanzamento globale del protocollo, e su eventuali effetti avversi segnalati.
Ringraziamo la dott.ssa Mariotti e il Dr. Nanetti per aver risposto alle domande più frequenti che spesso vengono rivolte all’Associazione da parte delle famiglie.
Sarà nostra cura tenervi aggiornati!